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E come potevamo noi…

La guerra civile in Italia è stata un momento storico che l’Italia si ricorderà per sempre, non solo per la guerra, ma per tutto quello che ha portato nel paese.
La guerra civile (1943-45) porta innumerevoli disastri in Italia, che al tempo era in mano ai nazifascisti, mentre in Sicilia erano sbarcati gli alleati. In Italia ci sono molti paesi che ricordano questa guerra civile, compresa Civitella dove sono nato io e dove ci fu uno sterminio di massa (e non solo a Civitella, ma anche in altri paesi vicini).
Questi eccidi li organizzarono i nazifascisti, mentre chi non era a favore del nazifascismo veniva ucciso o mandato nei campi di sterminio in Polonia e in Germania. Al giorno d’oggi a Civitella c’è una stanza che racconta questi eccidi in modo molto chiaro e quando entri in quella stanza ti senti triste, non riesci a parlare con tutta quella storia che quasi ti strozza: ci sono i bossoli che avevano ucciso persone innocenti, diari che raccontano storie che fanno commuovere, lettere d’addio, anelli di persone che sono sposate in cielo, foto di madri con i loro figli che avevano accudito e che non c’erano più insieme ai ragazzi che avevano cercato di salvare le loro vite innocenti.
Nessuno in guerra era in grado di parlare, come dice Salvatore Quasimodo nella sua poesia “Alle fronde dei salici”. I ragazzi piangono quando vedono morire la mamma e il papà, i partigiani cercano di resistere al costante fuoco tedesco, si sentono i colpi di artiglieria che mandano in frantumi Civitella e tutti gli altri paesi coinvolti.
La seconda guerra mondiale è un conflitto che si racconta ancora oggi, ci sono persone che hanno scritto storie e diari e impressiona i giovani questa guerra successa tanti anni fa anche pensare che tuttora potrebbe avvenire uno scontro simile. La prima volta che ho sentito parlare della seconda guerra mondiale non riuscivo a parlare, pensando a tutte le persone che hanno perso la vita ingiustamente e capisco perché i poeti non riuscivano a scrivere più nulla, come dice Quasimodo. Anch’io, fossi stato lì, a Civitella, durante la guerra, di certo non sarei riuscito a parlare.

Lorenzo Avanzati 3B