Scuola

Discussione in classe sui femminicidi

Di questi tempi non possiamo fare a meno di parlare dei problemi che riscontra la donna in un mondo così spaventoso e pieno di “sorprese” che sembrano tendere un agguato.
In classe è stato letto l’incipit di un libro di Antonio Ferrara intitolato “MIA”.
Dopo averlo letto, e le immagini che evoca nonostante siano tremende sono però molto frequenti, è bastato poco perché iniziasse una discussione vera e propria. Inutile dire che la gran parte della componente maschile era schierata contro le femmine. Noi ragazze siamo state deluse nel vedere la superficialità delle argomentazioni sostenute dai ragazzi durante il confronto, proprio mentre stavamo parlando di un argomento così serio, di fatti accaduti, ogni giorno da sempre e che continuano ad accadere e continueranno in futuro se nessuno farà mai nulla e prenderà l’argomento veramente sul serio.
C’è incoerenza anche nel dire: “non tutti gli uomini sono così, io non lo farei mai”, magari parole che erano state dette dagli stessi uomini che si sono poi ritrovati ad uccidere. Noi abbiamo solo 13 anni e non è giusto che dobbiamo già vivere in questa realtà con la paura del mondo esterno.
I ragazzi non capiscono il disagio che proviamo ogni giorno: quando ci controlliamo le spalle per paura di esser seguite, quando abbassiamo la gonna per paura di esser guardate, quando copriamo il petto per non essere giudicate.
Quando osserviamo lo specchio, e guardiamo quel rossetto che ci fa temere di essere troppo appariscenti e poter dare troppo nell’occhio.
Soffriamo quando il nostro corpo riceve attenzioni sbagliate, critiche crudeli.
Abbiamo solo 13 anni, eppure sappiamo già cosa significa questa vita, dove siamo donne in una società che guarda solo l’apparenza, osserva solo con gli occhi e non con il cuore.
“Non tutti gli uomini sono così”, si dice ed è vero.
Ma tutte le donne provano quei sentimenti che abbiamo appena descritto. Tutte le donne che, sin dalla più giovane età, vengono rimproverate se mostrano spalle, ginocchia… “perché distraete i maschietti”, ecco la scusa che viene sbandierata! A noi donne viene insegnato di coprirci, ma a loro, gli uomini, non viene mai detto di contenersi. Abbiamo 13 anni, e abbiamo davanti tutta la nostra vita, e non vogliamo viverla con tutte queste paure.
Nella società deve avvenire un cambiamento profondo. Prima possibile.

Bigiarini Serena, Lucci Lisa, Palazzolo Cassandra 3B